Chi siamo

Associazione di Promozione Sociale

Registro Regione Piemonte 117/AL CF 91030370067

Via Innocenzo Boario n. 6

15020 Villadeati (AL)

 

La Associazione Madreselva APS di Villadeati , iscritta nel Registro regionale delle Associazioni di Promozione sociale della Regione Piemonte, è attiva da alcuni anni ed opera nel territorio del Comune di Villadeati con l’obbiettivo di collaborare alla tutela, alla valorizzazione ed alla promozione delle risorse ambientali e paesaggistiche relative al territorio.

 

Con questo obiettivo è stata avviata una azione di ricupero della rete sentieristica, con facili percorsi, alcuni dei quali dotati di cortellonistica ad uso didattico per le Scuole. Camminate ed escursioni, tracciati ed organizzati a cura della Associazione, hanno assunto negli anni, carattere di stabile ricorrenza, come la Camminata delle Fontane, la Camminata notturna nel Plenilunio ad inizio estate e la Camminata di fine estate, sul percorso Tre Valli.

 

Incontri culturali sono stati inoltre organizzati a vantaggio della popolazione locale e per una azione di supporto al turismo, comprendenti argomenti di tipo scientifico (ad es.: Meteorologia, Argomenti di Astronomia ed esplorazione dello Spazio , Medicina e Conferenze di Storia dell’Arte. Ed inoltre Corsi di riconoscimento e raccolta delle Erbe selvatiche commestibili, Corsi di ricamo, Corsi di Lingua Inglese di diversi livelli. La Associazione ricerca costantemente, e persegue, la collaborazione con Soggetti pubblici e privati nel promuovere attività produttive ed economiche del territorio.

 

Il Presidentedella Associazione

Dott. Franco Allegranza

 

Il Consiglio Direttivo è così Composto:

 

Dott. Allegranza Franco - Presidente

Sorrentino Franca - Vicepresidente

Farinasso Mariabeatrice - Tesoriere

Sorisio Mariella - Segretario

 

Provera Rosalba - Consigliere

Maioglio Mario - Consigliere

Chiosso Elisabetta - Consigliere

 

 

Discorso tenuto dal Presidente Dott. F. Allegranza, in occasione della presentazione della Associazione nel Comune di Villadeati Complesso della ex Chiesa di San Remigio - 07/06/2015

 

Associazione Madreselva

Ringrazio il Sig. Sindaco di averci dato l’opportunità di presentare in questa sede la nostra Associazione, con la sua breve storia, e di poter esporre i nostri programmi e aspettative, ma anche di raccontare con quali occhi noi vediamo Villadeati ed il suo territorio. Grazie!

 

Di valorizzazione e sviluppo del territorio comunale se ne parlava già da tempo, ma l’acuirsi della crisi economica ci aveva rapidamente convinti, già alcuni anni fa, che nessuna componente esterna, nel breve termine, sarebbe intervenuta a darci una mano e che l’iniziativa doveva partire da noi stessi. Abbiamo deciso, in sei Soci Fondatori , di creare una Associazione. Ci siamo dati una Statuto.

 

E intanto ci siamo chiesti:

Cosa abbiamo di speciale qui da proporre?

E dunque:

Quello che colpisce il visitatore quando viene da noi è il paesaggio: dominato dalla grande dorsale del Bricco di S. Lorenzo, con accanto il profilo del paese con il Castello in alto e più in basso i borghi che si allungano sulle colline e degradano verso le valli. Intorno: vasti panorami spettacolari in tutte le stagioni.

Anche in caso di nebbia!

E poi il bosco, anzi i boschi, estesi, con la grande varietà di animali, di alberi, le ricche e preziose fioriture.

Le fontane, da sempre visitate, usate, custodite.

I viottoli ed i sentieri anche questi un tempo usati per raggiungere i paesi vicini, percorsi dai contadini, dai boscaioli, dai cacciatori , dai minatori che per vie dirette attraverso il bosco raggiungevano le cave di pietra.

Tracce di umanità che il bosco ha custodito e ci restituisce.

Espressione viva di uno stile di vita rurale e contadino, che appartiene ancora a questa comunità e che la nostra azione deve saper ricuperare e valorizzare nei suoi aspetti fisici-materiali e culturali.

Questo è quello che abbiamo qui di speciale e questi sono gli elementi che inizialmente abbiamo preso in considerazione.

 

Abbiamo allora strutturato un primo facile percorso intorno al bricco di San Lorenzo, dotandolo di cartelli didattici, per concretizzare una attività che fosse anche di tipo educativo, rivolta in primo luogo alle fasce giovani della popolazione. L’obbiettivo è di far conoscere e far apprezzare l’originalità di questo territorio ed il valore e le opportunità che in prospettiva ne possono derivare, in modo da indurre nei giovani, ed anche nei meno giovani, un spirito di collaborazione convinta e partecipata, associato ad un senso di orgoglio di appartenenza.

 

In questa attività abbiamo cercato l’appoggio della Amministrazione Comunale che , bisogna dire, un po’ ci ha seguiti ed un po’ ci ha preceduti, andando anche oltre con l’attività di ricupero delle fontane nel bosco e del borgo vecchio, come avete potuto vedere.

- Più recentemente si è concretizzata per noi una nuova opportunità, rappresentata dal Cammino delle colline del Po, un itinerario che porta, a piedi, da Torino a Casale Monferrato ed ha come asse portante il tratto Superga-Vezzolano-Crea (già tracciato anni fa da un nostro conterraneo Triveri Cesare del CAI di Casale, originario di Odalengo Piccolo).

La regione lo propone come itinerario devozionale lungo la antica Via Francigena.

Come Associazione, insieme alla Amministrazione Comunale, abbiamo aderito alla proposta di partenariato per la sorveglianza e custodia del tratto di percorso che attraversa il nostro territorio.

Questo percorso rappresenta una importante via di arrivo di turisti-pellegrini, molti dei quali stranieri provenienti per lo più dal Moncenisio, che giungeranno qui da noi.

 

E’ da notare che Villadeati dispone di un Ostello, che costituisce una dotazione non comune tra queste colline e che potrà indurre molti a fermarsi, ad utilizzare i nostri sentieri, ma anche ad interessarsi del patrimonio artistico e culturale che esiste a ridosso del nostro Comune

In particolare mi riferisco al circuito delle Chiese romaniche del Monferrato astigiano che, oltre ad un indiscusso valore artistico, hanno il vantaggio di essere anche raggiungibili con grande facilità, partendo da Villadeati. E poi, poco più discosti, abbiamo il Sacro Monte di Crea, il Circuito degli “Infernot” UNESCO, il Circuito delle terre dei Santi verso Castelnuovo Don Bosco.

Ritengo che la disponibilità di un notevole patrimonio artistico a portata di mano, sia un aspetto che dovremo considerare attentamente ed enfatizzare con iniziative che, come Associazione, abbiamo già allo studio.

 

Da ultimo, e concludo, la nostra Associazione si propone come supporto alla Amministrazione Comunale nella attuazione di una politica di tutela e rivalutazione del territorio rurale quale è quello del Comune di Villadeati. Il nostro ruolo come Associazione è proprio quello di contribuire a creare ed a diffondere una cultura condivisa in tema di protezione e tutela ambientale. Elemento questo che sta alla base di tutto il progetto, insieme al coinvolgimento delle Società locali ed in primo luogo dei Produttori agricoli per i quali può concretizzarsi una opportunità che ne valorizza la professionalità e può garantire ritorni economici, sociali e di immagine.

 

Vi ringrazio della attenzione e vi lascio allo sguardo severo di questo barbagianni , fotografato a San Rocco di Lussello. Qui da noi per il suo aspetto elegante e signorile vien chiamato “la Dama”.

Temo però, che anche lui si aspetti qualcosa da noi!..

 

DOCUMENTI DA CONSULTARE

 

Statuto

Atto costitutivo

 

 

Villadeati: Cenni storici

 

Villadeati: il toponimo originario “Villa” indicante un villaggio agricolo, è stato collegato alla famiglia Deati , che deteneva i diritti signorili locali intorno al 1300.

Il territorio del Comune di Villadeati, collinare, dominato dall’erto profilo del Bric San Lorenzo (mt. 468 slm), ricco di fontane e ruscelli e di declivi facilmente coltivabili, ha favorito gli insediamenti umani fin da tempi immemorabili.

Resti di insediamenti di epoca romana sono ben documentati da ritrovamenti di ceramiche, monete del I e III secolo d.C. ed aree strutturate come ad es. il cosidetto “Quadrum,”( pop.: “Quadrùn”) ad ovest del paese, solido recinto quadrangolare delimitato da muri di grosse pietre e colonne in laterizio.

 

Ma il periodo forse più suggestivo e sicuramente più interessante della storia di questo territorio si colloca tra il VI ed il IX secolo d.C., quando, con la caduta dell’Impero Romano di Occidente (476 d.c.) a seguito delle invasioni barbariche e dopo l’arrivo in Italia dei Visigoti di Teodorico, si scatenò una lunga e disastrosa guerra, nota come Guerra Greco-Gotica. Le popolazioni indigene latine, ridotte in miseria, decimate dalla peste e dalle incursioni di gruppi armati di sbandati e di barbari che, attraverso i passi alpini, scendevano a razziare le nelle pianure, cercarono rifugio sulle cime più alte dei colli. Il Bricco di San Lorenzo, sulla cui sommità esisteva una torre fortificata bizantina (denominata “Castrum Turris”) accanto ad una ampia e profonda caverna naturale (La Balma), divenne ben presto un rifugio sicuro per le popolazioni locali in caso di pericolo. In seguito, con l’arrivo nella regione dei nuovi invasori Longobardi, Castrum Turris divenne un centro di potere militare ed amministrativo in grado di controllare un ampio territorio a Sud del Po, esteso fino ai confini della diocesi di Asti, lungo la valle del torrente Versa e che, ad occidente, comprendeva la città romana di Industria (attuale Monteu da Po), mentre, verso est, si estendeva fin oltre l’antica Vardacate (oggi Casale Monf.). Venne a crearsi così per oltre tre secoli un territorio dotato di organizzazione amministrativa e presidiato militarmente, denominato “Iudiciaria torrensis” (o Fines Torrenses o Torresana) dipendente direttamente da Castrum Turris e dalle sue strutture fortificate periferiche (1). Nei pressi della torre venne anche costruita una chiesa in stile romanico a tre navate, Pieve dedicata a S. Lorenzo, da cui l’altura prese il nome.

 

La relativa pace e sicurezza, garantita dalla protezione armata del territorio, favorì la nascita di numerosi insediamenti abitativi di popolazioni prevalentemente germaniche che, lungo i secoli, hanno lasciato tracce di sé nei toponimi con terminazione in -engo e -ingo, fittamente presenti ancora oggi, entro i confini che furono dell’antica Iudiciaria torrensis. La scomparsa di fatto della Iudiciaria avvenne verosimilmente nel corso del X secolo quando ormai il suo territorio giurisdizionalmente dipendeva da Asti.

 

Un documento del 909 indica il paese di Villadeati come “vicus de Villa”, cioè come un piccolo insediamento rurale inserito nel processo di colonizzazione del territorio. In epoca medievale fece a lungo parte del territorio astigiano con il nome di Corte de Cataldeis e successivamente venne inserito nel territorio dei Marchesi del Monferrato. La presenza di un castello fortificato sulla altura dominante il paese (dove ora sorge il Castello detto Belvedere), insieme con la collocazione strategica ai confini meridionali del Marchesato, dove si affacciava, minacciosa, la potenza del Comune di Asti, coinvolse il paese di Villadeati nei contrasti tra le dominazioni signorili che ambivano al controllo del territorio. Venne così una prima volta devastato dalle milizie del conte Amedeo V di Savoia alleato degli astigiani e, a metà del XVI sec., occupato dalle truppe francesi del maresciallo Cossé de Brissac. Più tardi, nel 1630, nel quadro delle guerre per la successione del Monferrato, il paese venne nuovamente attaccato ed il castello espugnato e definitivamente distrutto dal Duca di Mantova. Tra il Sei ed il Settecento Villadeati conosce un lungo periodo di prosperità, legata allo sviluppo agricolo, in particolare nel settore della viticoltura, che rende possibile la ricostruzione in forme barocche del patrimonio locale di architettura sacra. Sono di questo periodo la Cappella della Trinità, la parrocchiale di S. Remigio e la riconsacrazione della chiesa di Santa Maria Assunta. Con la perdita del ruolo militare strategico, il vecchio castello di Villadeati assume nuova importanza come sede di residenza aristocratica, che culmina con la completa ricostruzione in forma di fastosa villa- belvedere alla fine del Settecento.

 

Il relativo benessere determinato dalla estesa coltivazione della vite, favorisce nel corso del XIX secolo, un notevole incremento demografico che si protrae fino al primo decennio del Secolo successivo. La scomparsa improvvisa della quasi totalità dei vigneti, agli inizi del ‘900, a causa della diffusione della Filossera, lo scoppio della I e poi della II Guerra mondiale, la mancanza d’insediamenti produttivi, la vicinanza delle grandi città ed il fenomeno della urbanizzazione, hanno, nel corso del secolo, favorito lo spopolamento e frenato l’espansione edilizia, contribuendo peraltro, ed in modo significativo, alla conservazione della originalità del paesaggio collinare.

 

Fa parte della storia recente del paese, l’uccisione per rappresaglia, di dieci capifamiglia, cui si unì il parroco don Ernesto Camurati, ad opera degli occupanti tedeschi nell’ottobre del 1944.

(1) Vedi: Aldo A. Settia - “Castrum Turris”, il Colle di San Lorenzo e i Longobardi in Monferrato. - 2007

 

 

 

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